La Chirurgia Plastica Ricostruttiva è effettuata con il Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.) in molti ospedali e cliniche private accreditate di tutta Italia. Come per le altri servizi a carico del Sistema Sanitario Nazionale per accedere a questa prestazioni è necessaria soltanto un’impegnativa del medico di base. Alcune di queste prestazioni sono ambulatoriali mentre altre vengono effettuate in regime di ricovero day-hospital o ordinario.
Gli interventi più richiesti riguardano il trattamento di malformazioni congenite, la cura di tumori della pelle o di esiti mutilanti di interventi chirurgici (mastectomia), le conseguenze di traumi o incidenti. Sono a carico del S.S.N anche alcune prestazioni come la riduzione di volume di mammelle troppo grandi e pesanti o il rimodellamento corporeo in pazienti ex-obesi che presentano eccessi di cute a livello addominale, inguinale o brachiale. Anche le cicatrici, quando sono causa di disturbi funzionali, come dolore o retrazione vengono rimborsate dal S.S.N.
Purtroppo a volte è difficile ottenere questi trattamenti in ambito pubblico perché la legislazione sull’argomento è poco chiara e confusa. L’unico riferimento legislativo risale infatti al DPCM del 29 Novembre 2001 nel quale vengono definiti i cosiddetti LEA (ossia Livelli Essenziali di Assistenza) in pratica l’elenco delle prestazioni che lo stato si impegna a fornire gratuitamente ai propri cittadini. Nell’allegato 2A di tale decreto si dispone testualmente che è esclusa dal rimborso pubblico “…la chirurgia estetica non conseguente ad incidenti, malattie o malformazioni congenite…” A parte la confusione di termini (la Chirurgia Estetica che ha lo scopo di abbellire il paziente è sempre e sarà sempre esclusa dalla copertura con il S.S.N. mentre probabilmente il legislatore intendeva riferirsi più in generale alla Chirurgia Plastica che comprende sia la Chirurgia Estetica che quella Ricostruttiva) sembrano restare escluse dall’ambito pubblico una serie di patologie che da sempre costituiscono capitoli importanti della Chirurgia Plastica Ricostruttiva e che in tutta Europa e anche negli Stati Uniti vengono invece rimborsate dal S.S.N. e dalle assicurazioni private (ad esempio la riduzione di volume delle mammelle, le cicatrici, il rimodellamento corporeo negli ex-obesi, etc).
Secondo l’interpretazione di alcuni magistrati milanesi per poter effettuare queste operazioni con il S.S.N. non basterebbe l’indicazione all’intervento di uno specialista in Chirurgia Plastica ma sarebbero necessari esami strumentali e visite mediche di altri specialisti (ortopedici, dermatologi, neurologi, etc.) squalificando così la figura dello specialista in Chirurgia Plastica il cui parere verrebbe quindi considerato o interessato (?) o incompetente.
Come si vede la questione è aperta ed è auspicabile che il senso delle poche righe riportate nel suddetto DPCM venga chiarito al più presto.